Telefonia

Il 5G in Italia: la rivoluzione partirà dai 6,5 miliardi di euro spesi dalle società di telefonia

Che per gli operatori di telefonia il 5G fosse un’opportunità da non mancare assolutamente era ben chiaro già prima dell’asta sui diritti d’uso delle frequenze svoltasi tra Settembre e Ottobre 2018. La cifra complessivamente spesa dalle società di telefonia ha poi confermato quanto l’investimento nella nuova tecnologia di rete fosse considerato di vitale importanza per guadagnarsi un posto da protagonista nella rivoluzione tecnologica prospettata dal 5G.

I cinque operatori in corsa, ovvero TIM, Iliad, Fastweb, Vodafone e WindTre, hanno concorso per l’aggiudicazione dei 5 blocchi della banda 700 MHz (disponibili dal 1 Luglio 2022), degli ambitissimi 4 blocchi della banda 3700 MHz e dei 5 blocchi della banda 26 GHz (entrambi disponibili dal 1 Gennaio 2019).

A fronte di una somma iniziale di 2,5 miliardi di euro, dopo 14 giornate di miglioramenti competitivi e 171 rilanci, l’importo totalizzato di oltre 6,5 miliardi euro si è rivelato superiore del 130,5% rispetto alla base d’asta.

Tra le società in competizione, Tim ha investito più di tutte nei diritti d’uso delle frequenze 5G. L’ex monopolista si è aggiudicata due blocchi generici, per un totale di 10 MHz, relativi alla banda 700 MHz, per 680,2 milioni di euro, un blocco da 80 MHz appartenente alla banda 3700 MHz, per una cifra di 1 miliardo e 694 milioni di euro e un blocco della banda 26 GHz per 200 MHz totali con un’offerta di poco superiore ai 33 milioni di euro.

L’impegno economico assunto da Tim ha rappresentato, come dichiarato dall’amministratore delegato dell’epoca Amos Genish, la dimostrazione della volontà della società di mantenere il primato tecnologico in Italia e di garantire ai clienti dei servizi di qualità e la migliore esperienza digitale disponibile sul mercato.

Con un investimento globale di poco inferiore a Tim, Vodafone ha acquisito i diritti d’uso sui due lotti nella banda 700 MHz, uno da 80 MHz nella banda 3700 MHz e un blocco di 200 MHz nella banda 26 GHz.

La questione della sostenibilità della spesa che i servizi per il 5G richiedono per il loro funzionamento è un tema che Vodafone ha voluto porre all’attenzione nel corso di un’audizione tenuta alla Camera dei Deputati presso la Commissione Trasporti. In tale occasione il responsabile per le relazioni istituzionali della società, Michelangelo Suigo, ha anche reso nota l’esigenza di semplificare i parametri per limitare le emissioni elettromagnetiche dieci volte inferiori a quelle stabiliti dall’Unione Europea, già considerati cautelativi.

Allo stesso appello di Vodafone hanno aderito anche Iliad e Wind Tre durante le loro audizioni alla Commissione a Febbraio 2019. A pochi mesi dal lancio e impegnata con la costruzione della sua rete di proprietà, Iliad ha investito circa 1 miliardo e 200 mila euro per le frequenze 5G. A Iliad sono andati 10 MHz appartenenti al blocco riservato nella banda 700MHz, 20 MHz nella banda 3700 MHz e 200 MHz nella banda 26 GHz.

Quanto a Wind Tre, nel commentare l’asta durante la quale la compagnia si è assicurata 20 MHz nella banda 3700 MHz e 200 MHz nella banda 26 GHz, il numero uno della società Jeffrey Hedberg ha accolto con ottimismo i risultati raggiunti:

“Saremo in grado di lanciare i nuovi servizi 5G su 50 MHz, attraverso l’integrazione dei nostri attuali, e non ancora utilizzati, 30 MHz nello spettro di frequenze ‘5G ready’ a 2,6 GHz con le nuove risorse che ci siamo aggiudicati nell’asta odierna. Siamo fortemente impegnati sul futuro del 5G e abbiamo le risorse finanziarie e una struttura di costi snella, per continuare a innovare e a fornire ai nostri clienti in tutto il Paese servizi broadband di alta qualità e a prezzi vantaggiosi”

Fastweb si è garantita uno dei cinque lotti da 200 MHz nella banda 26 GHz. In audizione alla Camera la società ha palesato, attraverso il suo AD Alberto Calcagno, la volontà di puntare sulla tecnologia FWA (Fixed Wireless Access) per la diffusione del segnale 5G, utilizzando così delle antenne di trasmissione.

A proposito di impianti di telecomunicazione mobile e broadband wireless access, anche l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha inviato una sua segnalazione circa la rigidità dei criteri di installazione, che rappresenta un ostacolo alla concorrenza e allo sviluppo del 5G in Italia anche come fattore di competitività rispetto agli altri Paesi.

La questione trova la sintonia del Ministro dello Sviluppo Economico Luigi di Maio, che durante il suo intervento al Samsung Business Summit a Novembre 2018 ha dichiarato rispetto e accortezza per l’investimento sostenuto dagli operatori di telefonia per lo sviluppo del 5G.

Sono parole che ribadiscono la volontà da parte del governo di favorire rapidamente il percorso della completa realizzazione della rete di quinta generazione. La loro messa in pratica sarà determinante per ciò che accadrà nei prossimi mesi. Intanto Vodafone e Tim hanno già lanciato il 5G NSA in alcune città.

Newsgram.it

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