Funerali solenni per Filippo Raciti
Catania, 5 febbraio 2007 Ore 11:45, una immensa folla di commosse persone si dirige verso piazza Duomo, percorrendo Via Etnea. E’ lì che assisto al primo saluto, il primo importante segno di solidarietà di una città verso Filippo Raciti, ma anche verso la Polizia. Si fa spazio fra la folla un cordone di macchine della Polizia, e la macchina contenente il feretro del povero defunto. E’ adesso che un fortissimo, spontaneo applauso si leva tra la folla. La gente commossa non puo ancora capire come si sia arrivati a tutto ciò. Catania è stretta in una morsa. Tutta la città oggi piange un suo figlio, Filippo Raciti morto per svolgere il suo lavoro, morto per mano di folli teppisti, morto per una partita di pallone.
Pura follia. Oggi tutti noi lo piangiamo, ma soprattutto i suoi cari, i figli Alessio e Fabiana e la moglie Marisa. Assisto immobile ai funerali e vedo tanta gente, gente comune, gente per bene, commossa affollare l cattedrale, l’intera piazza Duomo.
Persino un maxi schermo viene posto nelle vicinanze. Vedo una città indignata, una città stufa, una comunità ferita. Poi mi soffermo sui familiari, i primi ad essere stati colpiti da questa tremenda tragedia. Ed è proprio adesso, mentre l’arcivescovo recita l’omelia, che scoppia un sentimento di rabbia fortissimo, ripeto, è impossibile perdere il marito ed il padre per una partita di pallone, per la follia di pochi deficenti. Catania oggi si ferma, si ferma per riflettere e lo fa doverosamente, Catania oggi è tutta per Filippo, tutti noi gli diciamo grazie.
Testo di Cirino Cristaldi